Uber Italy commissariata per caporalato sui rider. Il tribunale di Milano: “Possibile reclutamento a valanga durante l’emergenza”.
MILANO – Uber Italy commissariata per caporalato sui rider. La decisione era stata presa dal Tribunale di Milano al termine di un lungo processo che ha visto anche la confessione di diversi lavoratori.
“La mia paga – ha detto uno dei testimoni citato da Repubblica – era sempre di 3 euro a consegna indipendentemente dal giorno e dall’ora“. Racconti che ha portato i giudici a commissariare l’azienda per caporalato.
Il 12 ottobre il Pm Storari ha chiuso le indagini che aveva portato al commissariamento.
Gli effetti dell’emergenza coronavirus
Secondo l’accusa, come emerso in un primo momento, il presunto sfruttamento dei dipendenti potrebbe essere stato in parte conseguenza dell’emergenza coronavirus.
“La pandemia e l’esplosione dei servizi di consegna a domicilio potrebbe aver provocato anche reclutamenti a valanga e non controllati di fattorini. Soggetti reclutati in una situazione di emarginazione aggravata dall’emergenza sanitaria a seguito della quale l’utilizzo dei rider è progressivamente aumentato a causa dei restrigimenti alla libertà di circolazione“.
Gli elementi raccolti porterebbero all’accusa di sfruttamento dei rider. L’indagine si è conclusa nei primi giorni di ottobre e nelle prossime settimane ci potrebbero essere importanti novità sulla vicenda.
Gli indici di sfruttamento
Gli indici di sfruttamento che sono stati presi in considerazione dai giudici sono stati due: lo sfruttamento lavorativo e l’approfittamento dello stato di bisogno.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, una società procacciava lavoratori che quasi sempre provenivano da tutte “zone conflittuali del mondo e la cui vulnerabilità è segnata da anni di guerre e povertà alimentari“.
Nel provvedimento emesso dal giudice si precisa che proprio “il forte isolamento sociale in cui vivono questi lavoratori che offre l’opportunità di reperire lavoro a bassissimo costo. Si tratta di persone disposte a sopravvivere, sfruttate e discriminate da datori di lavoro senza scrupoli“.
fonte foto copertina https://www.facebook.com/UberEats/